Il mio orientamento


L’approccio cui faccio riferimento è la Terapia Centrata sul Cliente, fondato da Carl Rogers a partire dagli anni Quaranta del Novecento. Tale orientamento fa parte di quelli cosiddetti umanistico-esistenziali e nasce dalle osservazioni che Rogers ha modo di fare durante la pratica clinica: egli ha una visione positiva della natura umana, secondo la quale gli individui sono naturalmente in grado di orientarsi e di soddisfare i propri bisogni.

Le persone hanno in sé una forza intrinseca, un’energia vitale, denominata tendenza attualizzante, che le sostiene e le guida nella realizzazione del proprio potenziale. In questo senso, la persona pienamente funzionante è quella che vive liberamente le proprie esperienze e che si muove nel mondo scegliendo istintivamente ciò che sente buono per sé e allontanandosi da ciò che sente invece cattivo.

Tale “saggezza istintiva” della persona può venire minacciata, intaccata, danneggiata, da ciò che Rogers definisce il bisogno di considerazione positiva da parte delle figure di riferimento: accanto alla tendenza attualizzante, infatti, ognuno di noi ha il bisogno fondamentale di sentirsi amato e accettato dalle figure per lui importanti. Questo bisogno è talmente potente che talvolta ci porta a definire la nostra esperienza non più in base a ciò che riteniamo positivo o meno per noi, ma in base ai criteri delle nostre figure di riferimento, sconfessando ciò che sentiamo dentro di noi. Se per esempio il fatto di provare rabbia è giudicato negativamente dai nostri genitori perché “i bravi bambini non si arrabbiano”, impareremo a non arrabbiarci per conservare l’affetto dei genitori o, se ci arrabbieremo, ci sentiremo profondamente sbagliati. Cominceremo cioè a selezionare i nostri vissuti, le nostre emozioni, in base a ciò che è ritenuto accettabile dalle persone per noi importanti.

La terapia ha dunque la funzione di fornire le condizioni facilitanti che permettono alle persone di rientrare in contatto con se stesse e con i propri bisogni ed usare queste informazioni per muoversi nel mondo e soddisfarli.

In sostanza il benessere implica l’essere in grado di vivere la propria vita in maniera piena e consapevole, sulla base di ciò che siamo realmente e non inseguendo all’infinito ciò che pensiamo di dover essere e che altri definiscono giusto o sbagliato.

Quali sono le condizioni facilitanti che permettono un cambiamento in senso costruttivo della propria vita?

1.  Empatia: la capacità di sintonizzarsi con i vissuti dell’altro, di comprenderne i significati pur non perdendo di vista che l’esperienza appartiene all’altra persona.

2.  Considerazione positiva incondizionata: un clima di calore ed assenza di giudizio che il professionista fornisce al Cliente.

3.  Congruenza: il professionista è in contatto con se stesso e consapevole di ciò che avviene dentro di sé.